Christo Javacheff nasce a Gabrovo in Bulgaria il 13 giugno del 1935 da una famiglia di origini imprenditoriali. Dal 1953 fino al 1956 completa gli studi all’Accademia di Belle Arti di Sofia. Nel 1965 Javacheff Christo soggiorna a Praga per sei mesi e l’anno successivo completa un semestre di studio all’ Accademia di Belle Arti di Vienna. Nel 1958 si trasferisce a Parigi dove entra in contatto con una realtà artistica particolarmente significativa e dove incontra Jeanne-Claude Denat de Guillebon che diverrà sua moglie nello stesso anno. Nel 1958 Javacheff Christo aderisce al gruppo del Nouveau Réalisme fondato da Pierre Restany. Di questo periodo sono le sue prime opere come i “Packages “ ed i “Wrapped Objects”. Il 1961 segna l’inizio da un lato della collaborazione artistica con sua moglie Jeanne-Claude e dall’altro di due importanti progetti: il “Projet d’un édifice public empaqueté” cioè il primo progetto di impacchettamento di un edificio pubblico e lo “Stacked Oil Barrels” ovvero l’accumulazione di migliaia di barili di petrolio al porto di Colonia. Nel 1964 Javacheff Christo e Jeanne Claude si trasferiscono a New York. Due anni dopo realizzano “Air Package” opera che consiste in un pacco d’aria in sospensione e “Wrapped Tree” cioè albero impacchettato allo Stedelijk van Abbemuseum di Eindhoveen in Olanda. Molte sono le opere realizzate da Javacheff Christo negli anni successivi come “Wrapped Roman Wall”, il drappeggio di un tratto delle antiche mura aureliane e di una porta romana a Roma; ”Running Fence, Sonoma and Marin Countries” , una sorta di muraglia cinese a nord di San Francisco, visibile per 24 ore, si estendeva per 59 ranch privati per una lunghezza di 39 chilometri e ha richiesto una progettazione di 42 mesi; “The Pont Neuf Wrapped”, il drappeggio del più antico ed unico doppio ponte sulla Senna a Parigi realizzato con 40.876 metri quadrati di poliammide intrecciato color champagne e 13 km di funi; “The Umbrellas”, opera che prevedeva l’installazione di 1340 ombrelloni blu a Ibaraki sulle coste del Giappone e 1760 ombrelloni gialli su quelle della California negli Stati Uniti, ogni ombrellone era alto 6 metri con un diametro di 8,7 metri. Nel 1992 Javacheff Christo azzarda un progetto, ancor oggi non realizzato, “Over the River” ovvero la proposta di copertura, con un successione di pannelli in tessuto sostenuti da cavi d’acciaio, di un tratto di 11 chilometri del fiume Arkansas in Colorado. Datata 2005 è “The Gates” installazione, all’interno di Central Park di New York, di un percorso pedonale segnato da 7503 porte, poste a distanza costante, dalle quali scendono teli colorati sospesi a due metri da terra. L’ultima opera di Javacheff Christo, in ordine di tempo, è la passerella sul lago d'Iseo, The floating piers, coperta di teloni che collega Sulzano, sulla terraferma, a Montisola per poi proseguire fino all’isola di San Paolo e ritorno. La passerella si compone di casse galleggianti, ancorate tra loro e con il fondale, della larghezza complessiva di quattordici metri e di una lunghezza di km 4,5. L’opera è stata inaugurata il 18 giugno 2016 e chiusa il successivo 3 luglio quindi per la solita durata di due settimane. Christo muore a New York il 31 maggio 2020 per cause naturali mentre stava lavorando al progetto dell'impacchettamento dell'Arco di Trionfo a Parigi.
Come per tutti gli artisti che hanno una loro spiccata cifra stilistica, ci si domanda quale è stata la fonte di ispirazione di questo gesto di Cristo. Le possibili ipotesi sono due, una più terra terra e l'altra più colta. La prima potrebbe essere il fascino esercitato su Christo bambino dalle vetrine oscurate per il cambio dell'arredo; possiamo immaginare quali fantasticherie passavano per la sua testa a cercare di intuire quello che i teli oscuranti celavano e le sagome appena accennate dei vetrinisti, erano ragazze o ragazzi, erano belle o brutte e via dicendo. Questo tema affascinò tanto Christo che quello delle vetrine fu uno dei primi impacchettamenti e forse quello più noto, eseguito in varie dimensioni e colori. Basti pensare che non più di tre anni fa nella Fiera di Basilea una vetrina fatta da un cassone di legno di circa 2x1,5 metri con un telo pendente a mò di telo oscurante e comunque non piacevole alla vista sebbene fosse dei primi anni '60, era posto in vendita per 600.000 euro. Per l'altra ipotesi, quella più colta, l'ispirazione potrebbe essere stata "L'enigma d'Isidore Ducasse", opera del 1920 di Man Ray. L'opera consiste in un oggetto misterioso, donde la dicitura enigma, impacchettato e legato con lo spago. Però questa è l'unica opera impacchettata di Man Ray per cui non ne costituisce un carattere distintivo al contrario di Christo che fece dell'impacchettamento il suo modo di fare arte.
Tags: Christo Javacheff - Christo and Jeanne Claude - Nouveau Réalisme - running fence - the gates - the umbrellas - over the river - the floating piers - the pont neuf wrapped - wrapped roman wall
Il Nouveau Réalisme è un movimento artistico fondato a Parigi il 27 ottobre del 1960 da Pierre Restany che riunì sotto questa denominazione un gruppo di artisti tra i quali Villeglé, Arman, Heins, Klein, Spoerri, Tinguely ai quali si aggiunsero più tardi Christo, Rotella e Niki de Saint-Phalle. Il gruppo si scindeva in tre filoni. Gli appartenenti a quello che intendeva recuperare in forma artistica il linguaggio della comunicazione pubblicitaria furono, Rotella, Villeglè, Dufrêne e Deschamps. Questi furono anche chiamati Affichisti in quanto l'opera più corposa di questi consisteva nell'asportare i cartelloni pubblicitari che c'erano nelle città e incollarli su tela. Solitamente questi artisti incollavano sulla stessa tela più strati di cartelloni che poi lavoravano eseguendo degli strappi che non erano casuali ma dipendevano dal gusto estetico dell'artista e dal messaggio che egli voleva dare. Tra questi si distinse particolarmente Mimmo Rotella, il quale ebbe l'idea di presentare non solo la parte visibile dei manifesti strappati, ma anche la parte retrostante che aderiva al supporto, lamiera o muro. Nascevano così quelli che lui definì i Retro d'Affiche.