Emilio Vedova nasce a Venezia il 9 agosto del 1919 in una famiglia numerosa di operai. Incomincia a lavorare a 11 anni in un opificio di decorazione, ma il lavoro duro e malsano e un precoce carattere ribelle lo portano alla protesta per cui viene licenziato. Incomincia a disegnare e a frequentare le biblioteche e la scuola di nudo all'Accademia di Belle arti di Roma. Durante la guerra il contatto con gli altri artisti, in occasione di mostre e convegni, lo porta ad aderire all'antifascismo e poi a militare nella Resistenza. Fino agli anni '50 Emilio Vedova partecipa attivamente ai vari gruppi artistici che sorgono in Italia, da Corrente, al Manifesto del Realismo di pittori e scultori (oltre Guernica), al Fronte Nuovo delle Arti, al Gruppo degli Otto. In questo periodo la sua pittura è caratterizzata da un certo rigore geometrico che supererà solo alla fine del 1950. Virando decisamente verso l'arte informale, nel 1953 Emilio Vedova dipinge le grandi tela del Ciclo della protesta, del Ciclo della natura, dello Scontro di situazioni che lo pongono tra i massimi esponenti dell'Informale europeo per cui viene invitato a partecipare alle grandi manifestazioni artistiche in Italia e all'estero. Tra il 1963 e il 1965 si trasferisce a Berlino in qualità di "Artist in residence" invitato dalla Ford Foundation e dove esegue le opere dette Plurimi del ciclo dell Absurd Berliner Tagebuch. Con queste opere Emilio Vedova intende superare la collocazione a parete delle opere realizzando una via di mezzo tra scultura e pittura. In questo caso infatti le opere vengono appoggiate a pavimento, il supporto è generalmente una tavola dipinta da entrambi i lati e più tavole sono unite tra loro tramite cerniere in modo che si sostengono reciprocamente. Nei Plurimi la pittura è polimaterica con tecniche diverse, collage, graffiti, combustioni, etc In questo modo lo spettatore può girare attorno all'opera e quindi può interagire con l'opera stessa. Tra gli anni '70 e '80 Emilio Vedova realizza i cicli delle Lacerazioni, delle Compresenze, delle ...Als Ob..., delle Da Dove, e altri. In particolare nelle Lacerazioni l'artista riversa tutto il suo disagio esistenziale del momento; il gesto è particolarmente incisivo, interrotto, fitto in un susseguirsi di segni fino allo spasmo. Riprende in questi anni la collaborazione con il compositore Luigi Nono, con il quale aveva già lavorato nel 1961 in occasione dell'opera Intolleranza 1960, per l'opera Prometeo -Tragedia dell'ascolto, per la quale realizza bozzetti, costumi e scenografie e che viene messa in scena nel 1984. Negli anni '80 Emilio Vedova lavora su opere di grandi dimensioni dipinte su entrambi i lati, sono i cicli dei Tondi, degli Oltre e dei Non dove. Tra gli ultimi lavori di notevole spessore artistico citiamo l'opera Chi brucia un libro brucia un uomo del 1993, disco-plurimo che l'artista realizza in occasione del bombardamento della Biblioteca Nazionale di Sarajievo. Oltre che nella pittura, Vedova si impegnò anche nella grafica e nell'incisione con una notevole produzione. In questa veste partecipò a diverse manifestazioni e concorse a vari premi. La sua pittura, fatta di gesti impulsivi, spontanei e violenti, attirò l'attenzione dei critici in tutto il mondo. Per questo fu chiamato a partecipare alle manifestazioni artistiche dovunque, ricordiamo le Biennali di Venezia del 1948 e del 1960, e ad insegnare per vari periodi in diverse accademie e scuole di pittura. Muore a Venezia il 25 ottobre del 2006.
L'Informale nasce nel secondo dopoguerra coinvolgendo artisti sia europei che americani. Esso può essere considerato il punto di convergenza delle esperienze artistiche precedenti come il Cubismo. l'Espressionismo e il Surrealismo. Dal nome stesso si evidenzia che l'arte informale è un'arte senza forma e quindi si distingue sia dall'arte figurativa che dall'arte astratta. Infatti l'arte figurativa si basa sulla rappresentazione di quel che si vede, mentre l'arte astratta si compone essenzialmente di figure geometriche. L'arte informale per elaborare un'opera usa anche materiali inusuali, basti pensare ai sacchi di juta e alle materie plastiche di Burri o ai fiammiferi di Aubertin. L'arte informale si caratterizza anche per l'uso di forme che hanno una netta tridimensionalità, tipicamente i lavori di Bonalumi e di Castellani, che permettono di giocare sia sulla loro distribuzione sul piano della tela che sull'alternanza di luci e ombre a seconda della luce incidente. Come detto l'Informale fu un movimento mondiale di cui fecero parte il tedesco naturalizzato francese Hans Hartung, lo svizzero Schneider, il Gruppo Zero; Pollock e De Kooning negli Stati Uniti, li gruppo GUTAI in Giappone con, tra gli altri, Shozo Shimamoto e Kazuo Shiraga.
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