Ricorre in questi giorni il quarantennale delle "Orestiadi di Gibellina". Il fatto culturale è stato la riscrittura della "Orestea" di Eschilo legando il dramma antico con la quotidianità della cittadina di Gibellina rasa al suolo dal terremoto del 1968. A questo compito venne chiamato Emilio Isgrò che si inventò una trilogia in tre anni impastando l'italiano con il dialetto siciliano. Nascono così l'Agamènnuni del 1982, il Cuèfuri e Villa Eumènidi nei due anni successivi. Ebbe quindi origine il festival teatrale che tuttora si svolge ogni anno. Nel corso degli anni l'ideatore di questa manifestazione, Ludovico Corrao sindaco di Gibellina nonchè senatore della Repubblica, ha coinvolto artisti di fama internazionale per legare l'arte figurativa con la letteratura. Collaborarono quindi artisti del calibro di Arnaldo Pomodoro, Pietro Consagra, Carla Accardi, Mimmo Paladino, Franco Angeli, Mario Schifano e altri, mentre Burri si inventò il "Grande cretto" costituito dal compattamento delle macerie legate dal cemento e dipinto di bianco e dove le antiche stradine del borgo fanno da rughe del cretto.
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