Mario Ceroli, nato a Castel Frentano nel 1938, è un artista e scultore italiano che per i suoi lavori usa il legno, prevalentemente quello grezzo. Per l'uso di questo materiale è considerato un artista della corrente dell'Arte Povera.
Arte Povera è la denominazione che Germano Celant attribuì, a metà degli Anni '60, alla produzione di un gruppo di artisti quali Alighiero Boetti, Mario Merz, Giulio Paolini, Jannis Kounellis, Gilberto Zorio, Michelangelo Pistoletto, ed altri, ai quali più tardi si unì anche Piero Gilardi. Contraddistingue, questi artisti, l'uso di tecniche e di supporti non convenzionali, come la terra, il ferro, gli stracci, gli scarti industriali, etc, materiali appunto poveri donde la denominazione di Arte Povera. Materiali che sono di uso comune e quindi, nelle intenzioni degli autori, un risalire alle strutture originarie del linguaggio, un ridurre ai minimi termini, un impoverire il segno pittorico al punto da risalire al suo archetipo. Peculiarità di questi artisti è anche l'uso frequente dell'installazione o quello dell'uso di animali vivi. Celebri restano la "Vergine degli stracci " di Pistoletto e "Senza titolo (12 cavalli)" di Kounellis