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Giulio Turcato

Biography

Giulio Turcato nasce a Mantova il 16 marzo 1912. Nel 1920 si trasferisce a Venezia, dove frequenta il Ginnasio, la Scuola Arte, il Liceo Artistico e la Libera Scuola di Nudo. I primi paesaggi e nature morte datano al 1926, e al 1932 la partecipazione alla prima mostra collettiva.

Fra il 1934 e il 1936 lavora a Venezia nello studio dell'architetto Breddo ed espone in collettive a Firenze e a Venezia. In seguito è a Palermo per il corso allievi ufficiali. Nel 1937 si trasferisce a Milano, dove lavora come disegnatore e mosaicista nello studio dell'architetto Mauzio, e tiene la prima mostra personale.

Nel 1940 espone in una mostra collettiva alla Galleria Grande di Milano. L'anno dopo si reca a Roma per un breve viaggio di convalescenza dopo una malattia. Nel 1942-1943 è di nuovo a Venezia: insegna disegno alla scuola di avviamento professionale di Portogruaro e presenta Maternità alla XXIII Biennale: è la prima delle sue numerosissime partecipazioni alla rassegna veneziana.

Si sposta nuovamente, e definitivamente, a Roma nel 1943, presentando una Natura Morta alla IV Quadriennale, e opere come Paesaggio e Veduta di Chioggia. In una collettiva allo Zodiaco con Scialoja, Vedova, Leoncillo ed altri. L'anno successivo è presente in una collettiva al Secolo, in Arte contro la barbarie.

Nel 1945 è tra i fondatori dell'Art Club, e aderisce alla Libera associazione arti figurative, partecipando alle mostre di gruppo. Ha una personale con Angelo Savelli alla Galleria San Marco di Roma, ove presenta opere come Villa Medici, Valle Giulia e Cantiere Notturno. L'anno successivo partecipa all'Esposizione d'Arte Italiana Contemporanea  che si tiene al Museo Nazionale di Varsavia e sottoscrive il manifesto della Nuova secessione artistica italiana.

Il 15 marzo 1947 è tra i fondatori del gruppo Forma, promosso dalla rivista Forma 1 per la quale redige anche il testo Crisi della pittura. Espone con Dorazio, Guerrini e Perilli all'Art Club. In giugno partecipa alla mostra del Fronte Nuovo delle Arti alla Spiga di Milano. In questo anno tiene una personale da Chiurazzi a Roma.Nel 1948 è a Milano e a Venezia con Consagra per incontrare Dova, Fontana, Munari, Pizzinato, Reggiani, Soldati, Viani e invitarli alla mostra Arte Astratta in Italia che si terrà alla Galleria di Roma in marzo-aprile. Nel mese di marzo partecipa alla mostra Arte Oggi organizzata dagli astrattisti fiorentini al Palazzo Strozzi di Firenze e alla V Rassegna Nazionale di Arte Figurative promossa dalla Quadriennale alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna.

In giugno, come aderente al Fronte Nuovo delle Arti è invitato al XXIV Biennale di Venezia.Nei mesi di luglio- agosto espone al III Salon des Beaux Arts a Parigi. In autunno partecipa alla Prima Mostra Nazionale di Arte Contemporanea  organizzata dall'Alleanza della Cultura al Palazzo Re Enzo a Bologna. In questo anno insieme a Salvatore Quasimodo, Mario Socrate, Raffaele De Rada, Natalia Ginzburg, Ilario Fiore, Ernesto Treccani e Leoncillo fa parte della delegazione italiana per il Congresso della Pace che si tiene a Varsavia, spostandosi poi a Cracovia, Breslavia, Auschwitz e Lodz.

Il 1949 è ricco di occasioni espositive, tra cui spiccano la collettiva con Consagra e Corpora alla Galleria del Secolo di Roma (in cui presenta tra le altre Rivolta e Rovine di Varsavia), alla XX Century Italian Art  al Museum of Modern Art di New York, e le personali al Giostra si Asti e al Naviglio a Milano. L'anno successivo entra a far parte del gruppo degli Otto con Afro, Birolli, Corpora, Moreni, Morlotti, Santomaso e Vedova. Fra le personali spicca quella al Secolo di Roma, dove espone lavori come Miniera, Massacro, Scaricatori. Invitato alla XXV Biennale di Venezia, ottiene un premio acquisto con Miniera.

Nel 1951 partecipa, tra le altre alla II Mostra d'Arte Contro la Barbarie alla Galleria di Roma, espone con Consagra al Pincio, a Roma. Il 1952 è l'anno delle mostre degli Otto, alla Biennale di Venezia e in varie città tedesche, Monaco, Hannover, Amburgo, Berlino. Tiene una personale alla Cassapanca di Roma con le opere su Miciurin.

Gli anni successivi vedono importanti personali al Naviglio, Milano e alla Biennale di Venezia, 1954, alla Tartaruga, a Roma e al Grattacielo, Milano, 1955 (ove presente, tra le altre opere, San Rocco) , all'Indiano, Firenze e al Grattacielo, Milano 1956, alla Tartaruga, Roma (con Mosche Cinesi), alla XXVIX Biennale di Venezia, 1958, al Grattacielo, Milano, 1960. Tra le collettive, fanno spicco l'International Exhibition of Contemporary Painting, Carnegie Institute, Pittsburg, la VII Quadriennale, Roma 1955, il Guggenheim International Award, New York, 1958, Documenta II , Kassel 1959 . E' il tempo della definitiva considerazione critica come esponente unico, è per certi versi non catalogabile, di un'astrazione visionaria e poetica.

Nel 1960 entra a far parte del Gruppo Continuità, con Bemporad, Consagra, Dorazio, Novelli, Perilli, Arnaldo e Giò Pomodoro, e partecipa alla mostra del gruppo. L'anno successivo si segnaliamo le personali al New Vision Centre Gallery di Londra e al Canale di Venezia, con i primi Tranquillanti. Nel 1962 è alla Buerdeke di Zurigo e alla Tartaruga di Roma. Iniziano le prime ricerche Oltre lo spettro. Del 1963 è la personale al Quadrante, Firenze, e dell'anno successivo quelle al Segno, Roma, e alla Polena, Genova. Il 1964 è anche l'anno del matrimonio con Vana Caruso, e delle prime Porta d'Egitto, presentate l'anno dopo al Naviglio, Milano e alla Marlborough, Roma.

Nel 1966, nuova mostra alla biennale di veneziana, in cui fanno le loro apparizioni le gomme piume, Superfici lunari.

Nel 1968 espone alla rassegna Cento opere d'arte italiana dal futurismo a oggi alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma e tiene, tra le altre, una personale allo Studio G30 di Parigi; nel 1969 sarà alla Main Galerie DIV, Francoforte.

 Nel 1970 spiccano le mostre Schubert, Milano, alla Boni+Schubert, Lugano, e alla Grafica Romero, Roma; nel 1971 alla Barozzi, Venezia e Milano, alla Martano, Torino, e al Santandrea, Milano. Alla fine dell'anno esce a Milano, da Prearo, la sua prima monografia, curata da Giorgio de Marchis. Dopo le mostre del 1972 alla Gradiva, Firenze, alla Editalia, Roma, e al Segno, Roma, e l'ulteriore sala alla Biennale veneziana (con le Oceaniche e i primi Cosmico), del 1973 è la prima mostra antologica, al Palazzo Anciani di Spoleto, che annuncia quelle del 1974 al Palazzo delle Esposizioni di Roma e al Palazzo delle Prigioni Vecchie di Venezia. 

 Seguono le mostre all'Istituto Italiano di Cultura di New York e alle Westend Galerie, Francoforte, 1978, e altre retrospettive, al Museo d'arte moderna di Bucarest, 1979, al Musée de l'Athenée, Ginevra, 1980, oltre a personali fondamentali come quella alla Sprovieri, Roma, 1980 (con la serie Fantomatico e Desertico), alla Mazzoli, Modena, 1981, alla Biennale di Venezia, 1982 (Linotico, Scomposizione).

Dal 1982 è un ulteriore antologica alla Loggetta lombardesca di Ravenna; del 1983 quella alla Sala dei leoni, di Messina; del 1984 quella al Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano; del 1985 alla Staatsgalerie Modern Kunst, Monaco; del 1986 alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.

Negli ultimi anni di attività si susseguono le manifestazioni di primaria importanza, dalla personale del 1989 alla Sperone, New York (città in cui già nel 1984 aveva tenuto una mostra da Silberberg), con delle opere come Ipnotico e Blu, alle antologiche del 1990 al Castello Cinquecentesco dell'Aquila e a Ca' Pesaro a Venezia.

Il 18 dicembre 1994 viene inaugurata in piazza Puccini a Viareggio la scultura Oceaniche donata alla città.

Muore a Roma il 22 gennaio 1995.

 

Giulio Turcato - Informale

L'Informale nasce nel secondo dopoguerra coinvolgendo artisti sia europei che americani. Esso può essere considerato il punto di convergenza delle esperienze artistiche precedenti come il Cubismo. l'Espressionismo e il Surrealismo. Dal nome stesso si evidenzia che l'arte informale è un'arte senza forma e quindi si distingue sia dall'arte figurativa che dall'arte astratta. Infatti l'arte figurativa si basa sulla rappresentazione di quel che si vede, mentre l'arte astratta si compone essenzialmente di figure geometriche. L'arte informale per elaborare un'opera usa anche materiali inusuali, basti pensare ai sacchi di juta e alle materie plastiche di Burri o ai fiammiferi di Aubertin. L'arte informale si caratterizza anche per l'uso di forme che hanno una netta tridimensionalità, tipicamente i lavori di Bonalumi e di Castellani, che permettono di giocare sia sulla loro distribuzione sul piano della tela che sull'alternanza di luci e ombre a seconda della luce incidente. Come detto l'Informale fu un movimento mondiale di cui fecero parte il tedesco naturalizzato francese Hans Hartung, lo svizzero Schneider, il Gruppo Zero; Pollock e De Kooning negli Stati Uniti, li gruppo GUTAI in Giappone con, tra gli altri, Shozo Shimamoto e Kazuo Shiraga.

Tags: informale - Aubertin - Bonalumi - Castellani

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