Opera di Giuseppe Capogrossi esposta alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma dal 12 dicembre 1974 al 2 febbraio 1975 e pubblicata sul relativo catalogo Giuseppe Capogrossi, introduzione di Palma Buccarelli, De Luca Editore a pagina 71/73.
Pubblicata nel catalogo generale di Giuseppe Capogrossi, al numero 146 pagina 154, a cura di Giulio Carlo Argan, Edizioni Editalia, Roma 1967.
Sul retro etichetta della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma
C'è chi ci ha visto una luna in quei tratti, chi una forchetta o un tridente. Capogrossi lascia libera interpretazione ad ognuno di noi. Per l'artista sono soltanto moduli spaziali, fortemente liberi, tratto distintivo della propria personalità. Possiamo pensarli come estensione nella sua interiorità. Unica ed originale.
La fortuna del suo autentico segno lo porta in giro per il mondo. E' uno dei pochi italiani che negli anni Cinquanta espone in America. I critici stranieri lo riconoscono e amano la sua originalità, lo considerano libero da ogni costruzione concettuale.